La conversione e' nel desiderio

Cesana. «Allora cosa vuol dire che la conversione è nel desiderio, dato che a noi viene di pensare che la conversione riguarda, invece, l'agire o la mentalità?».

Carrón.
La domanda è la dimostrazione che per noi il cristianesimo, malgrado tutto, gratta gratta, è un moralismo, cioè qualcosa da fare, qualche regola da seguire.

A volte alcuni mi vengono a dire: «Se io potessi seguire il mio desiderio, lo farei, ma siccome sono un moralista accanito e la Chiesa mi dice di non farlo, non lo faccio; ma se potessi, lo farei». Per questo siamo sempre handicappati affettivamente, siamo bloccati, perché non abbiamo accettato il rischio della verifica di Cristo. Per tutti, per la maggioranza è questo: una regola. Il desiderio ridotto a voglia e Cristo a regola. Questa è la questione. Ma se uno incomincia a fare esperienza della soddisfazione, che c'è qualcosa che soddisfa, allora inizia a spostare il desiderio; invece di fare stupidaggini che non riempiono, incomincia a scegliere un'altra cosa che riempie. Quello che desideravo lo lascio perché è meno, mi da’ meno soddisfazione, mi riempie meno di quello che incomincio a gustare. Se Cristo non è questo, la pretesa cristiana è una bugia, perché Cristo in fondo non compie, non è in grado di compiere la promessa.

Ma se uno incomincia a fare esperienza di questo compimento della promessa, quello che si sposta è il desiderio: io desidero più questo di quello che desideravo prima, perché mi compie di più, e siccome non sono scemo, siccome acquisto di più la pienezza in questa cosa - voi restereste attaccati a un cibo che non vi piace anche quando ne conosceste uno che vi piace di più? -, si sposta il desiderio. O no? Guardate l'esperienza, solo per moralismo uno può dire: «No, io preferisco restare qua». E invece no! Si sposta il desiderio. Poi potrà avere o no i soldi per pagare quel cibo, questa è un'altra questione, ma se potesse mangerebbe sempre quello, e siccome il "cibo" di cui si tratta è addirittura gratis, sarebbe da scemi... non approfittarne.

«Cristo me trae tutto, tanto è bello!». Questa è la portata della promessa di Cristo, che è promessa perché è reale, e perciò sfida il nostro desiderio, fino a spostarlo. Conversione del desiderio: si sposta il desiderio da un'altra parte. Se non è così, possiamo continuare a fare tutta la professione di fede del Credo, ma noi non ci crediamo; possiamo essere ortodossi fino al midollo con la dottrina giusta, ma non crediamo che ci sia Qualco-sa nella storia in grado di rispondere al desiderio dell'uomo, e perciò Cristo non è la risposta, anche se siamo ortodossi fino al midollo: ortodossi, dottrina giusta, poi la pratica è sbagliata. Ma della dottrina giusta non si vive, perché il cristianesimo non è la dottrina giusta; il cristianesimo la dottrina diventata carne, di cui posso fare esperienza. Il Logos, la Bellezza è diventata carne, e perciò posso fame esperienza.

Soltanto questo spiega che tutto il dinamismo umano che mi trovo addosso (chiamato istinto, complesso di dati) mi è dato per aderire a quella Presenza, che è lo scopo per cui è stato fatto. Questo complesso di dati, desiderio, istintività, tutto mi è stato dato per aderire, perché io possa prendere e aderire: mi è data la mano per lo scopo di aderire, di prendere qualcosa, di possedere nel senso vero del termine. L'unica questione è scoprire, essere disponibile a una strada, in modo tale che pian piano si incominci ad indirizzare - proprio per l'attrazione della bellezza - tutto a questo scopo, e allora veramente si incomincia a capire: «Adesso capisco perché mi è stata data l'istintività, perché mi è stato dato il desiderio, perché mi è dato tutto il bisogno». Perché? Perché il Mistero mi ha fatto così. E non mi ha fatto come un cane, con un complesso di desiderio più ridotto, perché voleva farmi partecipare di una pienezza dell'altro mondo, la pienezza di Lui. Perciò è il desiderio di Lui che, pian piano, si svela davanti ai nostri occhi. Cristo ci svela qual è lo scopo facendolo.

È come uno che, a un certo momento, ha il desiderio ancora tutto confuso di esse-re amato e sta desiderando, e pensa: «Questo non mi basta», «questo non mi basta», «questo non mi basta», «neanche questo», «neanche questo»... Appare la persona amata e dice: «Adesso capisco! Adesso capisco che cosa desideravo in tutta questa confusione. Ero ancora tutto nel buio, ma quando è apparsa lei (o lui), rispondendo al mio bisogno, ho capito perché avevo tutto questo complesso di dati, tutta questa mia umanità tesa a un'altra cosa. Allora tutta l'istintività, tutto il desiderio, tutta la mia umanità, tutto il mio bisogno è ordinato allo scopo».

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