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Visualizzazione dei post da 2007

Gomel (Bielorussia) agosto 2002

Non si puo’ dire che il treno Kalinkovic-Gomel sia molto veloce ne’ troppo pulito, ma puntuale lo e’ davvero. Alla stazione di Recitza - la fermata piu’ importante del tragitto - arriva e riparte in pochi minuti, scaricando e caricando un numero di persone proporzionali all’importanza del luogo. Ci ritroviamo in mezzo a due ubriachi, vecchie che tornano dalla dacia in campagna, belle figliole che vanno all’universita’ e ragazzotti che ascoltano musica da un lettore cd di chiara provenienza europea. Due biciclette: la prima parcheggiata davanti alla toilette, la seconda direttamente in vettura. La giornata e’ proprio bella: quasi un’ora e mezza per coprire poco meno di 50 km. Prima di entrare in citta’, sulla nostra sinistra, una montagna altissima e candida alimentata da vagoncini appesi a tralicci: immondizia ci dicono, ma, affinando un poco la traduzione, arriviamo ad un piu’ preciso: residui di lavorazione di una fabbrica di prodotti chimici. In tutti i modi sembra il Monte Rosa vis

Il mio amico Prella

Ricordo dell'ex Presidente della Comunita' Montana Alta Valle Elvo, Diego Prella, morto a Ivrea e sepolto a Donato (Biella) il 2 febbraio 2005 Forse se l’era davvero immaginato cosi’ il ritorno al Padre: un luminoso pomeriggio d’inverno, i gonfaloni di tanti Comuni, i sindaci con la fascia, le bandiere dei partigiani, il prete e la messa, i garofani rossi. Era un grande uomo il Presidente Prella. “Presidente” per antonomasia: della Cooperativa di mutuo soccorso, della Banda musicale… ma, in particolare, della Comunita’ Montana Alta Valle Elvo. C’e’ stato piu’ di 20 anni. Quasi tutti lo chiamavano Presidente; i compagni partiani “Folgore”, pochi donatesi d’eta’ “Sindaco”. Chi scrive, giovane laureato in agraria con modestissime esperienze professionali alle spalle, l’ha conosciuto la mattina del 1° settembre 1981, in occasione di una temporanea assunzione: un gentiluomo d’antan. Cortese di quella cortesia canavesana che i biellesi conoscono solo di lontano. Durante quel primo

La conversione e' nel desiderio

Cesana. «Allora cosa vuol dire che la conversione è nel desiderio, dato che a noi viene di pensare che la conversione riguarda, invece, l'agire o la mentalità?». Carrón. La domanda è la dimostrazione che per noi il cristianesimo, malgrado tutto, gratta gratta, è un moralismo, cioè qualcosa da fare, qualche regola da seguire. A volte alcuni mi vengono a dire: «Se io potessi seguire il mio desiderio, lo farei, ma siccome sono un moralista accanito e la Chiesa mi dice di non farlo, non lo faccio; ma se potessi, lo farei». Per questo siamo sempre handicappati affettivamente, siamo bloccati, perché non abbiamo accettato il rischio della verifica di Cristo. Per tutti, per la maggioranza è questo: una regola. Il desiderio ridotto a voglia e Cristo a regola. Questa è la questione. Ma se uno incomincia a fare esperienza della soddisfazione, che c'è qualcosa che soddisfa, allora inizia a spostare il desiderio; invece di fare stupidaggini che non riempiono, incomincia a scegliere un

Prima lettera a Yulia

Pollone 16 febbraio 1998 Cara Yulia, se il Signore vorra’ questa estate starai un mese con noi: ti aspettiamo. Vediamo di fare le presentazioni: noi siamo quattro e, di cognome, ci chiamiamo Giacobbe. Il piu’ vecchio di tutti e’ il papa’ , si chiama Costante, ha 43 anni, e’ piuttosto grasso e bruttino; si occupa di un ufficio per lo sviluppo dell’agricoltura e delle foreste. Poi c’e’ la mamma Annamaria che ha 11 anni meno del papa’ ed e’ ancora giovane e carina, di mestiere aiuta suo papa’ e sua mamma - i nostri nonni - che allevano mucche bianche e rosse: le vedrai. Valeria e’ la piu’ grande dei bambini. Ha 1 anno piu’ di te e fa la quarta classe del primo ciclo, e’ un po’ testona ma simpatica: a lei piacciono molto i bambini e si diverte quando vengono a trovarci i nostri amici (per fortuna ne abbiamo tanti), che hanno figli piccoli. In ultimo c’e’ Matteo di 5 anni e mezzo che frequenta la scuola materna: e’ un terremoto permanente ma fa ridere tutti ed e’ espansivo e coccolone. Il n

L'esperienza piu' decisiva di quest'anno

Credo che l’esperienza principale di quest’anno sia stata la percezione di non poter piu’ delegare a nessuno il mio problema con il Destino. Non ai capi, non al gruppetto, non al Movimento, non alla Chiesa. E’ un problema che ha a che fare solamente con me. Tutto e’ utile, oppure, niente e’ inutile, ma in gioco ci sono “io”. Ho, da anni, la mia regola di poverta’, di preghiera e di approfondimento della dottrina cristiana. Sono sufficientemente fedele a ognuno di questi gesti. Tenendo conto che si puo’ peccare in pensieri, parole, opere ed omissioni, non credo di fare volontariamente peccati in “opere”. Con l’eta’ ho anche imparato a tenere a bada la lingua, cosi’ che sono diminuiti i peccati di “parola”. Restano in gran numero quelli “di pensieri” e, forse, quelli di “omissione”. Forzando la mia natura pigra, mi lascio coinvolgere dai gesti del Movimento. Mi pare quindi di essere un buon cristiano e un ciellino fedele. Sento pero’ che in questa analisi c’e’ del moralismo. Credo che la

Giudicare il mondo

Pollone 17 aprile 2007 Sono un fedele laico come tanti. Decisamente preoccupato dall’attuale clima culturale e dall’omologazione di molti credenti. Mi permetto chiedere un po’ di spazio per sottolineare almeno due tratti fondamentali della cultura cattolica: la “ragione” e il “giudizio sul mondo”, partendo da recenti esperienze personali. Benedetto XVI ha invitato a Roma i membri della Fraternita’ di Comunione e Liberazione, per festeggiare un importante anniversario. Il 24 marzo 2007, da tutto il mondo, in 80.000, sotto la pioggia, hanno aderito a quel invito. «Quando il Papa chiama… si risponde», ha ricordato, pochi giorni fa, il Presidente della Conferenza episcopale italiana. Perche’? Esistenzialmente, perche? E’ una questione di ragione. Nell’Enciclopedia, Diderot scrive: «La ragione e’, in rapporto al filosofo, cio’ che la fede e’ in rapporto al cristiano». La ragione: quello che capisco io, che mi faccio misura di tutte le cose? Ma non fatemi ridere! Ma non prendiamoci in giro!